... I ritratti
erano quelli di morti non piú amati, le fotografie quelle di
amici che in vita avevano inferto ferite e che per ciò soltanto non erano
dimenticati …
… le lunghe ore
passate in saporosa degustazione di odio dinanzi al ritratto del padre, l'aver
nascosto qualsiasi fotografia di Tancredi
per non esser costretta a odiare anche lui …
(da "il gattopardo", capitolo ottavo)
Vecchia stampa riproducente il fenomeno della
camera oscura
La fotografia prende i primi passi da un fenomeno scoperto
nell’antichità: la camera oscura;
dalle testimonianze disponibili sembra che (nel IV secolo a. C.), sia stato
Aristotele il primo a descrivere il fenomeno oltretutto riproducibile con
estrema facilità: basta oscurare l’unica finestra di una stanza con uno spesso
cartoncino nero nel quale sia stato praticato un piccolo forellino. Sulla
parete opposta della stanza oscurata apparirà, capovolto, il panorama che si
vede dalla finestra medesima. Più il foro è piccolo, maggiore è la nitidezza
dell’immagine proiettata sulla parete.
Veduta
della Basilica dei santi Giovanni e Paolo,
a Venezia ottenuta dal Canaletto
accostando quattro fogli disegnati con l'aiuto di una camera oscura
Il passo successivo fu quello d’inserire una lente al posto del
forellino aumentando sensibilmente sia la nitidezza che la luminosità
dell’immagine. La messa a fuoco si ottiene variando la distanza tra la lente e
lo schermo di visione.
Camera oscura portatile inventata da Robert
Hooke
Rimaneva però il problema più grande: quello di “salvare” mediante un
procedimento tecnologico l’immagine ottenuta. Occorreva cioè un materiale che
fosse sensibile alla luce in modo da registrare l’immagine proiettata della
camera oscura. La soluzione fu trovata, nel 1822, da Joseph Nicèphore Niépce, il quale riuscì per la prima volta, a
registrare un’immagine usando del Bitume di Giudea, sostanza che sbianca alla luce.
Macchina fotografica antica
Ben presto però si capì che alcuni composti chimici dell’argento erano
molto più funzionali allo scopo (a quanto pare il britannico Thomas Wedgwood aveva già prodotto
delle immagini fotografiche una ventina d’anni prima di Niépce, utilizzando il
nitrato d’argento, anche se pare che non sia riuscito a risolvere il problema
del fissaggio, e che quindi le sue immagini si annerissero se esposte alla
luce).
Apparecchio per “dagherrotipi” realizzato da Enrico Federico Jest con ottica
Lerebours, Paris, 1840 ca., (Lugano, Collezione Antonetto)
Jacques Louis Daguerre diede il nome alla prima
macchina fotografica, il "Dagherrotipio”; Il suo procedimento permette di ottenere
un’immagine unica su una lastra di metallo argentato e richiede esposizioni di
almeno mezz’ora in pieno sole, ma le immagini ottenute sono notevoli e
perfettamente dettagliate, anche se delicatissime e facilmente deteriorabili
Macchina fotografica di costruzione Russa costruita
tra 1890 e il 1910
Era il 1839 ed era nata la fotografia, e con
lei una nuova era dominata dall’immagine. Lo strumento per disegnare con la luce,
la fotocamera, non era altro che una camera oscura portatile con uno strato
fotosensibile per registrare le immagini.
Una delle innumerevoli versioni di Sanderson,
la “Regular Model” databile al 1910 circa. Fu espressamente costruita per
riprendere fotografie di architettura
Per approfondimento:
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