"Le sue case basse e serrate erano oppresse dalle smisurate
moli dei conventi. Di questi ve ne erano diecine, tutti immani, spesso
associati in gruppi di due o di tre, conventi di uomini e di donne, conventi
ricchi e conventi poveri, conventi nobili e conventi plebei, conventi di
gesuiti, di benedettini, di francescani, di cappuccini, di carmelitani, di
liguorini, di agostiniani... Smunte cupole dalle curve incerte simili a seni
svuotati di latte si alzavano ancora piú alte; ma erano essi i conventi, a
conferire alla città la cupezza sua e il suo carattere, il suo decoro, ed
insieme il senso di morte che neppure la frenetica luce siciliana riusciva mai
a disperdere."
(da "il gattopardo", capitolo primo)
(convento dei cappuccini, Palermo. Famoso per le "mummie" conservate nelle famose catacombe)
Un convento è un complesso residenziale tipico
dell'organizzazione comunitaria di vita consacrata cattolica e ortodossa. La
sua funzione primaria è di ospitare persone che vivono in comunità religiosa
(composta di sacerdoti e di fratelli laici) ed i servizi necessari alla
comunità stessa (chiesa, mensa, lavanderia ecc.), ed eventualmente da essa
forniti al mondo esterno (soprattutto scuole).
Il convento quindi, nato alla fine del Medioevo, in un tempo in cui erano
ormai cadute le ragioni di autodifesa e di riorganizzazione dell'ordine sociale
sorte nelle epoche barbariche, non ha più quella caratteristica di grande
azienda agricola e di centro di una comunità rurale, che le abbazie avevano
mutuato dalla villa romana, e non è neppure, in genere, il grande centro
intellettuale e culturale che esse erano state. Esso tuttavia consente di
ripristinare una qualche autonomia spirituale della comunità religiosa dal
mondo, a differenza della struttura fortemente incardinata nel potere temporale
che le abbazie erano diventate nel tempo.
("abbazia di Montecassino". da quest'immagine si può osservare come l'abbazia sia un vero e proprio "ente autonomo" cosa che la differenzia fortemente dal ruolo dei conventi)
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