… Dalle pareti a calce si riflettevano sul
pavimento, tirato a cera, gli enormi quadri rappresentanti i feudi di casa
Salina: spiccanti a colori vivaci dentro le cornici nere e oro si vedeva
Salina, l'isola dalle montagne gemelle, attorniate da un mare tutto trine di
spuma, sul quale galere imbandierate caracollavano; Querceta con le sue case
attorno alla tozza Chiesa Madre verso la quale procedevano gruppi di pellegrini
azzurrognoli; Ragattisi stretto fra le gole dei monti; Argivocale minuscolo
nella smisuratezza della pianura frumentaria cosparsa da contadini operosi; Donnafugata con
il suo palazzo barocco, meta di cocchi scarlatti, di cocchi verdini, di cocchi
dorati, carichi a quanto sembrava di femmine, di bottiglie e di violini …
(da "il
gattopardo", capitolo primo)
Nel Gattopardo, Donnafugata,
è il vocabolo più utilizzato (66 citazioni); ho scelto questa citazione perchè Donnafugata
viene descritto come palazzo e non castello (come è comunemente conosciuto); inoltre
in questa citazione, attraverso le rappresentazioni dei quadri, si fa l’elenco
delle proprietà e quindi della ricchezza dei Salina. Da notare che contrariamente
al suo aspetto esterno, il palazzo viene definito “barocco” (forse con riferito
al periodo di costruzione).
Veduta dai campi del
maestoso complesso di Donnafugata
Contrariamente a quanto il nome
possa fare intendere, Il castello di Donnafugata (distante circa 15 chilometri
da Ragusa), non è un
vero e proprio castello medievale
bensì una sontuosa dimora nobiliare del tardo '800. Il complesso sovrastava
quelli che erano i possedimenti della ricca famiglia Arezzo De Spuches.
L'edificio copre un'area di circa 2500 metri quadrati ed un'ampia facciata in
stile neogotico, coronata da due torri laterali accoglie i visitatori
Facciata con ampia veranda
sull’ingresso principale del palazzo di Donnafugata - la foto è stata
scattata dalla torre gemella a quella
visibile in fondo sulla destra dell’immagine
La residenza si articola su tre piani con oltre 120 stanze di cui soltanto una
ventina sono oggi fruibili dai visitatori. Le stanze contengono ancora gli
arredi ed i mobili originali dell'epoca, (è come fare un salto nel passato, al
tempo degli ultimi "Gattopardo"). Ogni stanza, arredata con gusto personalizzato
ed unico, vanta funzionalità diverse. Tra le altre si possono visitare: la
stanza della musica decorata con bei dipinti "Trompe-l'oeil",
la grande sala degli stemmi con riprodotti i blasoni di tutte le casate nobiliari
siciliane, il salone degli specchi (decorato con stucchi), la pinacoteca con
quadri neoclassici della scuola di Luca Giordano. Notevole,
poi, il cosiddetto appartamento del vescovo, ambiente esclusivo per un alto
prelato (un membro della famiglia Arezzo nel Settecento).
Stanza della musica e particolare dei decori
Stanza degli stemmi
Varie sono le ipotesi sull'origine del nome "Donnafugata" ma due
in particolare vanno ricordate: la prima riconduce ad un episodio leggendario
quale la fuga della regina Bianca di Navarra (vedova del re Martino I d'Aragona e reggente del regno di Sicilia), che venne
imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera, (aspirante
alla sua mano e soprattutto al titolo di re); in realtà la costruzione del
castello è successiva alla leggenda; la seconda è relativa alla libera
interpretazione e trascrizione del termine arabo Ayn as Jafat (Fonte della
Salute) che in siciliano diviene Ronnafuata, da cui la denominazione attuale.
Stanza degli specchi
Castello di Donnafugata
Due immagini dell’area
che conduce al parco: nella prima la scalinata con i due leoni scolpiti nella
pietra; la seconda con in primo piano una
prosperosa sfinge
Curiosità: Le foglie del grande ficus, che si trova all'entrata del parco
del castello di Donnafugata, potevano essere affrancate e spedite come
cartoline postali.
Approfondimento:
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