domenica 29 giugno 2014

DONNAFUGATA (Palazzo barocco)

… Dalle pareti a calce si riflettevano sul pavimento, tirato a cera, gli enormi quadri rappresentanti i feudi di casa Salina: spiccanti a colori vivaci dentro le cornici nere e oro si vedeva Salina, l'isola dalle montagne gemelle, attorniate da un mare tutto trine di spuma, sul quale galere imbandierate caracollavano; Querceta con le sue case attorno alla tozza Chiesa Madre verso la quale procedevano gruppi di pellegrini azzurrognoli; Ragattisi stretto fra le gole dei monti; Argivocale minuscolo nella smisuratezza della pianura frumentaria cosparsa da contadini operosi; Donnafugata con il suo palazzo barocco, meta di cocchi scarlatti, di cocchi verdini, di cocchi dorati, carichi a quanto sembrava di femmine, di bottiglie e di violini …

(da "il gattopardo", capitolo primo)
Nel Gattopardo, Donnafugata, è il vocabolo più utilizzato (66 citazioni); ho scelto questa citazione perchè Donnafugata viene descritto come palazzo e non castello (come è comunemente conosciuto); inoltre in questa citazione, attraverso le rappresentazioni dei quadri, si fa l’elenco delle proprietà e quindi della ricchezza dei Salina. Da notare che contrariamente al suo aspetto esterno, il palazzo viene definito “barocco” (forse con riferito al periodo di costruzione).

Veduta dai campi del maestoso complesso di Donnafugata

Contrariamente a quanto il nome possa fare intendere, Il castello di Donnafugata (distante circa 15 chilometri da Ragusa), non è un vero e proprio castello medievale bensì una sontuosa dimora nobiliare del tardo '800. Il complesso sovrastava quelli che erano i possedimenti della ricca famiglia Arezzo De Spuches. L'edificio copre un'area di circa 2500 metri quadrati ed un'ampia facciata in stile neogotico, coronata da due torri laterali accoglie i visitatori


Facciata con ampia veranda sull’ingresso principale del palazzo di Donnafugata - la foto è stata scattata  dalla torre gemella a quella visibile in fondo sulla destra dell’immagine


La residenza si articola su tre piani con oltre 120 stanze di cui soltanto una ventina sono oggi fruibili dai visitatori. Le stanze contengono ancora gli arredi ed i mobili originali dell'epoca, (è come fare un salto nel passato, al tempo degli ultimi "Gattopardo"). Ogni stanza, arredata con gusto personalizzato ed unico, vanta funzionalità diverse. Tra le altre si possono visitare: la stanza della musica decorata con bei dipinti "Trompe-l'oeil", la grande sala degli stemmi con riprodotti i blasoni di tutte le casate nobiliari siciliane, il salone degli specchi (decorato con stucchi), la pinacoteca con quadri neoclassici della scuola di Luca Giordano. Notevole, poi, il cosiddetto appartamento del vescovo, ambiente esclusivo per un alto prelato (un membro della famiglia Arezzo nel Settecento).

 
                                                     Stanza della musica e particolare dei decori 


                                                         Stanza del Vescovo e particolare




Stanza degli stemmi


Varie sono le ipotesi sull'origine del nome "Donnafugata" ma due in particolare vanno ricordate: la prima riconduce ad un episodio leggendario quale la fuga della regina Bianca di Navarra (vedova del re Martino I d'Aragona e reggente del regno di Sicilia), che venne imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera, (aspirante alla sua mano e soprattutto al titolo di re); in realtà la costruzione del castello è successiva alla leggenda; la seconda è relativa alla libera interpretazione e trascrizione del termine arabo Ayn as Jafat (Fonte della Salute) che in siciliano diviene Ronnafuata, da cui la denominazione attuale.

Stanza degli specchi

Castello di Donnafugata 



Due immagini dell’area che conduce al parco: nella prima la scalinata con i due leoni scolpiti nella pietra; la seconda con in primo piano una  prosperosa sfinge 

Curiosità: Le foglie del grande ficus, che si trova all'entrata del parco del castello di Donnafugata, potevano essere affrancate e spedite come cartoline postali.


Approfondimento:

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