... Intorno ondeggiava la campagna funerea, gialla
di stoppie, nera di restucce bruciate; il lamento delle cicale riempiva il
cielo; era come il rantolo della Sicilia arsa che alla fine di agosto aspetta
invano la pioggia …
(da "il gattopardo", capitolo secondo)
“Restucce”? questo termine ha attirato la mia
attenzione sollecitandomi una certa curiosità; la ricerca in vari vocabolari
della lingua italiana si è rivelata infruttuosa ma navigando ho trovato e
scaricato dal web un documento: glossario (a cura di
Alfredo Mazzanti) un vero colpo di fortuna in quanto il vocabolo Restuccia è descritto
in un dizionario di dialetti gallo-italici della Basilicata e deve perciò
intendersi come voce dialettale dell’Italia meridionale; è sinonimo di stoppia,
essendo definita come: residuo di cereali dopo la mietitura. Le stoppie (o
restucce) si bruciano e/o si rompono, cioè si interrano con la vangatura.
Il fuoco avanza
divorando le stoppie, lasciando alle proprie spalle le nere restucce
Si tratta di
una tecnica agricola conosciuta con il nome Debbio e praticata
nell’intero bacino del mediterraneo. E’ un metodo arcaico di concimazione delle
terre che sfrutta la cenere prodotta nell'incendio di “steli e foglie” dei cereali, rimasti sui campi dopo la mietitura.
Le stoppie: quanto rimane sui campi dopo la mietitura
Il Debbio è
una delle operazioni tradizionali che ha radici nel periodo neolitico; viene
praticata tradizionalmente per eliminare i residui di paglia non altrimenti
utilizzabili, nella speranza di ottenere rese maggiori nel successivo raccolto
e nella convinzione di ridurre i problemi fitosanitari (Mal del piede e
Fusariosi, Ruggine bruna, Septoriosi, Oidio, coleottero Zabro gobbo).
Un'immagine del 1893 che mostra la pratica del debbio
Non
disponendo che della forza degli animali, il fuoco serviva ad eliminare un residuo
altrimenti non utilizzabile. Le rese superiori che in alcuni casi possono derivare
dall’adozione di tale pratica, non compensano adeguatamente l’insieme degli
effetti negativi il primo dei quali è certamente la degradazione e
l’impoverimento del suolo per la riduzione della sostanza organica, dei
polisaccaridi e degli aggregati stabili, tutti fattori che migliorano la
qualità del suolo.
Utilissimo grazie!
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